La mattina è iniziata così, con mia
moglie che, ridendo, mi segnalava il post su Facebook di una nostra
amica, Eleonora, che faceva notare la reazione perplessa di suo
marito Alessandro di fronte alla descrizione di un vestito color
“ottanio”. Ok, a parte il fatto che, conoscendo il
soggetto (il marito, non l'ottanio) posso immaginare cosa avrà
pensato e lo condivido, viene fuori che da oggi dobbiamo introdurre
nella nostra scala cromatica anche questo benedetto ottanio (che già
ci sta sulle palle perché ci ricorda gli ottani della benzina che
paghiamo a peso d'oro)?
Sono andato a cercare su internet ed ho
visto che si tratta di una tonalità di verde. Su un blog di moda c'è
addirittura scritto che “nel tuo guardaroba non può mancare un
accessorio color ottanio”. Bada un po', io non ce l'ho e sono
arrivato in perfetta salute a 37 anni. Sì, vabbè, a volta mi viene
un po' di cagotto o un po' di tosse, ma non credo dipenda
dall'ottanio!!!
Sono la prova vivente che non solo si
può vivere senza ottanio ma lo si può fare anche ignorandone
l'esistenza!
Donne, se pensate di farci imparare
un'altra sfumatura sappiatelo fin da subito: non ce la possiamo fare!
Il nostro cervello, come complessità e
gamma di colori, ricorda quel gioco dei primi anni ottanta e che era
rivenduto indistintamente come tennis (singolo o doppio), ping pong,
calcio, ma che altro non era che due (o quattro) stanghette
contrapposte che si rimbalzavano una pallina. In confronto, il
cervello femminile ricorda più le ultime versioni di Final
Fantasy con le varie consolle. Insomma, non c'è storia, non
abbiamo gli strumenti adatti.
Per noi, quindi, non è facile
accettare che, mentre facciamo colazione, un ottanio qualunque venga
a turbare la nostra quiete fatta di colori base (quelli che si
trovano sulle maglie delle squadre di calcio più qualche eccezione
tipo il wengè, che se non lo conosci fai figuracce anche
all'Ikea). Abbiamo già dovuto riconoscere diritto di esistenza ai
vari malva, pervinca, tortora (che a me risulta essere una colomba),
lavanda, ma adesso è troppo!
Se si apre la pagina “Lista dei
colori” di Wikipedia scopriamo l'esistenza di chartreuse (ma
non era un liquore?), denim (non era quello per l'uomo che
non doveva chiedere mai, ma proprio mai mai mai?), ellotropo
(???). Ma siamo matti?
Qui urge la costituzione di un
comitato per la salvaguardia della sanità mentale degli uomini! E
bisogna fare in fretta, reclutando anche i bambini. Le bambine,
invece, sono oramai già passate al “nemico”.
Qualche settimana fa, infatti, in un
negozio di abbigliamento per bambini, ho assistito alla seguente
scena tra madre e figlia di circa 8-9 anni:
- Figlia, avvicinandosi ad un
abitino bianco (donne che leggete, era bianco, punto! Ndr)
e prendendolo: “Vedi mamma, per il mio matrimonio pensavo a
questo!”
- Madre, con tono ironico: “Ah, una cosa elegante insomma”
- Figlia: “Facevo per dire il colore, uno tipo questo andrebbe bene!”.
Visto?
A malapena hanno iniziato ad andare a scuola ma già possiedono un pantone
che neanche Windows!
Questo
spiega come mai arriva sempre un momento in cui una ragazza chiede al
proprio ragazzo “come te lo immagini il tuo matrimonio?”: per lei
è normale, ci sta pensando più o meno da quando ha iniziato a
giocare con le bambole e sa già che al suo matrimonio la torta sarà
ad x piani, come sarà
fatto il suo vestito e con quale musica entrerà in Chiesa.
Mediamente, invece, un ragazzo, prima di essere a conoscenza del
fatto che sta per sposarsi (o quantomeno per decidere di farlo) se si
è posto il problema si è al massimo ripromesso di non far mancare
cibo ed alcoolici.
Ma mai
nella sua vita un uomo si domanderebbe quale potrebbe essere “il
colore del suo matrimonio”.
Siamo
troppo semplici, se vogliamo anche primitivi: l'abito della sposa per
noi è bianco (non sappiamo se è panna, avorio, ghiaccio, ecc, ed il
“bianco sporco” per noi è la tonalità che assume a fine serata
lo strascico dopo essere finito sotto i piedi di tutti). Possiamo
imparare a distinguere il lilla dal viola, ma per il resto
riconosciamo l'esistenza del colore base e della sua variante più
chiara e di quella più scura.
Cosa
c'è di male in tutto questo?
Io
ormai ho imparato che colore è il cipria
e già mi sento un po' sporco (ma non cipria sporco), perché mi
sembra di aver tradito la natura maschile che non prevede certe
nozioni. Ma di certo non mi piegherò mai all'ottanio!
Alessandro,
resisti!
mah.... sapevo del color "ottanio"....ma io ho sempre pensato che fosse un modo diverso di dire "verde petrolio"!
RispondiElimina..e avevo un sottogiacca di quel colore da paura..anni e anni fa!!
Allora mi chiedo..sono arrivata in anticipo sulla moda dei colori, o l'ottanio ha una sfumatura diversa dal mio verde petrolio?!?